Armati a FORNOVO (6 - VII - 1495)
Come è stata combattuta.
Come giocarla.
Come l'abbiamo giocata.
COME È STATA COMBATTUTA
LA DISPOSIZIONE DI MARCIA FRANCESE.Carlo VIII di Valois re di Francia, di ritorno in patria dopo aver occupato il Napoletano, supera il passo della Cisa, scende nella valle del Taro e presso Fornovo trova l’esercito della Lega di Venezia deciso a dargli battaglia.
• L’avanguardia francese è guidata dal maresciallo Pierre de Rohan sire di Giè ed è composta da 270 lance d’ordinanza (unità amministrative di sei uomini: un cavaliere, due arcieri a cavallo e tre non combattenti), da 80 uomini d’arme italiani (unità amministrative impegate nelle condotte rinascimentali italiane composte da quattro uomini: due cavalieri e due non combattenti) guidati dal fuoriuscito milanese Gian Giacomo Trivulzio, seguiti da 3.000 picchieri mercenari Svizzeri, con vestiti variopinti e cappelli piumati, schierati in quadrato, appoggiati da archibugieri e da alcune colubrine.
• Il centro è guidato da Carlo VIII con la guardia reale formata dagli Arcieri Scozzesi (in pratica dei cavalieri pesanti) e da due bande di "Gentiluomini dal Becco di Corvo" (La banda è formata da un centinaio di cavalieri provenienti dalle famiglie nobili che possono così dimostrare il loro valore al re o, all’occorrenza, servire da ostaggi. Il nome è dovuto al tipo di elmo. Ciascuno ha due arcieri a cavallo al seguito).
Il corpo comprende 250 lance d’ordinanza ed i balestrieri Francesi a cavallo.
• La retroguardia è guidata da Louis II de la Trémoille detto "Le Chavalier Sans Reproche” (Il Cavaliere Senza Macchia) ed è composta da 300 lance d’ordinanza.
• A destra, presso il Taro, la colonna è fiancheggiata da 14 grossi cannoni, 28 cannoni medi e 18 pezzi minori serviti da 1.000 artiglieri.
I moderni cannoni francesi sono montati su affusti, trainati da cavalli (invece che da buoi) e sparano palle in ferro (invece che in pietra).
• A sinistra della retroguardia, lungo le falde del monte, avanzano un migliaio tra somieri e conducenti con le salmerie ed il bottino della campagna (tappeti, quadri, libri, mobili, porfidi, marmi, piante).
Per i Francesi combattono anche i condottieri italiani Paolo Vitelli, Francesco Secco (settantaduenne), Ferrante d’Este (figlio di Ercole I d’Este duca di Ferrara), Battista Fregoso, Camillo Secco e Teodoro Trivulzio conte di Musocco (figlio di Gian Giacomo Trivulzio), investito cavaliere dal re prima della battaglia.
L’esercito, in tutto circa 9-10.000 uomini, passa il Taro sfilando lungo la riva sinistra.
LO SCHIERAMENTO DELLA LEGA DI VENEZIA.Giovanni Francesco III Gonzaga marchese di Mantova guida l’esercito della Lega di Venezia, alla quale hanno aderito la repubblica di Venezia, Ludovico Sforza duca di Milano detto "Il Moro", il papa, Ferdinando "Il Cattolico" re di Castiglia e Massimiliano I d’Asburgo re dei Romani.
• L’ala destra, che ha il compito di bloccare l’avanguardia francese, è guidata da Gianfrancesco Sanseverino conte di Caiazzo, al soldo di Ludovico "Il Moro", ed è composta da 400 uomini d’arme, 1.700 fanti Ducali, 300 fanti Tedeschi e l’artiglieria.
• Contro il centro della colonna francese, con l’intenzione di spingerla contro il fianco del monte e disordinarla, muove lo stesso marchese di Mantova con 5-600 uomini d’arme personali, 5-600 balestrieri montati e 5.000 fanti Veneziani.
• L’ala sinistra è inviata contro la retroguardia francese, è guidata da Bernardino Fortebraccio, comandante delle forze di Venezia, ed è formata da 350 uomini d’arme.
I cavalleggeri, 600 balestrieri a cavallo e 800 stradioti (cavalleggeri Dalmati o Albanesi armati di giavellotti o balestre impiegati dalla repubblica di Venezia contro i Turchi, poi introdotti anche nelle guerre d’Italia), devono aggirare la retroguardia avversaria per colpirne il fianco sinistro.
• In seconda linea si trovano Annibale Bentivoglio con 200 lance (all’ala destra), Antonio da Montefeltro con 490 lance (al centro) e 250 lance colleonesche (all’ala sinistra).
Le lance italiane sono composte da quattro uomini: due cavalieri, armati meno pesantemente degli uomini d’arme, e due non combattenti.
• Il campo viene presidiato da 300 lance e 1.000 fanti scelti veneziani.
• Sono in arrivo (e non prendono parte alla battaglia) l’artiglieria pesante veneziana, 1.000 cernite Friulane guidate da Nicolò Savorgnan ed altre 3.000 cernite Veneziane.
Le cernite sono fanti raccolti dalla repubblica di Venezia nei propri territori, scarsamente addestrati (il nome viene da cernere, scegliere).
Al soldo della Lega combattono inoltre Luigi della Torre e Ludovico "Pico" della Mirandola.
L’esercito al completo ammonta a 2.200-2.500 uomini d’arme, 2.000 cavalleggeri, 8.000 fanti professionisti e 4.000 cernite, per un totale di circa 26.000 uomini, 5.000 al soldo di Milano e gli altri di Venezia.
Il buon piano ha due grosse pecche; non tiene conto delle recenti piogge che hanno ingrossato il Taro e coinvolge da subito i principali comandanti, impedendo loro di controllare l’andamento generale della battaglia.
LA BATTAGLIA.L’attacco dell’esercito della Lega inizia a metà pomeriggio.
L’artiglieria francese ottiene scarsi risultati, a causa del terreno bagnato (sembra che in tutto i 42 cannoni abbiano causato la perdita di 10 uomini !) e viene attaccata da 300 fanti italiani e 300 tedeschi del Caiazzo, subito respinti dagli Svizzeri.
Il resto della fanteria, armata di picche, partigiane e balestre, è affrontata dal quadrato svizzero dal quale escono alcuni uomini armati di spadone a due mani con il quale tagliano le picche italiane.
L’avanguardia francese mette in fuga il corpo del conte di Caiazzo.
Gli stradioti riescono ad aggirare i francesi, ma dopo un primo scontro preferiscono saccheggiare i carriaggi.
Il Gonzaga ha perso tempo per guadare il Taro più a monte trovandosi più vicino a Fortebraccio ma con il fianco destro scoperto, inoltre anche i suoi cavalleggeri e parte dei fanti si gettano sui bagagli.
Dopo appena un’ora di combattimenti Gonzaga è sconfitto.
I Francesi, temendo la superiorità numerica della Lega, non insistono nell’inseguimento e si limitano a respingere gli ultimi attacchi avversari guidati dal conte di Pittigliano.
Alcuni cavalieri della Lega cercando un guado per ritirarsi sorprendono il re isolato, ma questi è subito soccorso dai Gentiluomini a Becco di Passero e da altri cavalieri che respingono gli attaccanti.
Le riserve della Lega non intervengono perché Rodolfo Gonzaga, zio di Francesco, che aveva il compito di chiamarle, è caduto all’inizio dell’attacco.
Il giorno seguente passa in trattative e con l’oscurità i francesi abbandonano il campo di battaglia verso Parma.
BILANCIO DELLA BATTAGLIA.Entrambi gli eserciti si dichiarano vincitori.
La Lega resta padrona del campo, ha preso più prigionieri, le selmerie e i padiglioni del re (compreso il suo taccuino pornografico), ma lascia 1.500-2.500 caduti, tra i quali i condottieri Rodolfo Gonzaga, Ranuccio Farnese, Giovanni Piccinino, Galeazzo da Correggio, Roberto Strozzi, Alessandro Beroaldi e Bernandino da Montone, contro appena 1.000 caduti francesi, inoltre ha fallito l’obiettivo principale, cioè fermare i francesi e il re.
COME GIOCARLAREGOLAMENTO: Armati.
SCALA EFFETTIVI: Circa 1.000 uomini per cavalleria, 2.000 per FT, 500 per LHI e 250 per SI.
REGOLE ADDIZIONALI.
1. CONDIZIONI DI VITTORIA:
La Lega di Venezia deve vincere entro il turno 10, altrimenti la vittoria va ai Francesi.
2. GUADO DEL TARO:
Lungo il corso del Taro sono disposte 12 carte capovolte, 6 delle quali rappresentano i guadi. Quando un’unità giunge a contatto con una carta può voltarla e scoprire se quel punto è guadabile (per tutta l'unità anche se è in linea).
3. RISERVE DELLA LEGA DI VENEZIA:
Le unità di riserva della Lega di Venezia (2 MA) sono schierate normalmente ma intervengono solo se a inizio turno il giocatore ottiene con 1D6 risultato inferiore al numero di turno (es. al turno 3 deve ottenere 1 o 2).
4. CARIAGGI FRANCESI:
I cariaggi francesi inducono alla Carica Obbligatoria qualsiasi unità della Lega di Venezia.
5. ARTIGLIERIE:
Il terreno, ammorbidito dalle recenti pioggie, riduce i rimbalzi delle palle dei cannoni che quindi applicano un fattore -1 al tiro.
ARMY LIST
FRANCESICarlo VIII di Valois re di Francia (CR=H4,L3. BP=4. Init=5.)
Avanguardia
Unità Descrizione FV Prot. Armi Mov. BP
1 HC Lance Francesi 5[2]0 +2 lance 15" 3
1 SI Francesi 2[1]1 +2 balestre D=18" 9" 1
2 FT Svizzeri 8[5]1 +1 picche 6" 4
1 SI Svizzeri 2[1]1 +2 archibugi D=12" 9" 1
1 ART Colubrine 2[0]0 +1 D=15"(+1)-30" - 2
Corpo di Battaglia
1 KN Lance Francesi 6[2]0 +3 lance 12" 3
1 KN Scozzesi 6[2]0 +3 lance 12" 3
1 HC Gentiluomini 5[2]0 +2 varie 15" 3
1 LC Cavalleggeri 1[0]0 +1 balestre D=18" 18" 2
1 SI Francesi 2[1]1 +2 balestre D=18" 9" 1
1 ART Cannoni 2[0]0 +1 D=18"(+1)-36" - 2
Retroguardia
1 KN Lance Francesi 6[2]0 +3 lance 12" 3
1 FT Francesi 6[3]0 +1 picche 6" 4
LEGA DI VENEZIAGiovanni Francesco III Gonzaga marchese di Mantova (CR=H4,L3. BP=4. Init=5.)
Unità Descrizione FV Prot. Armi Mov. BP
Corpi di Battaglia
3 KN Uomini d’Arme 6[2]0 +3 varie 12" 3
1 MA Uomini d’Arme 5[1]0 +2 varie 15" 3
1 LH Stradioti 2[0]0 +1 giavellotti 12" 3
1 LC Cavalleggeri 1[0]0 +1 balestre D=18" 18" 2
4 FT Milizie 6[0]1 +1 lance 6" 4
2 SI Balestrieri 2[1]1 +2 balestre D=18" 9" 1
1 ART Colubrine 2[0]0 +1 D=15"(+1)-30" - 2
Riserva
2 MA Uomini d’Arme 5[1]0 +2 varie 15" 3
COME L'ABBIAMO GIOCATA GIOCATORI:
Alessandro e Franco (Francesi);
Rodolfo e Stefano (Lega di Venezia).
MINIATURE: 25 mm, formato delle unità Standard.
Ci siamo schierati come da regolamento, di nascosto uno dall’altro.
Il Francese, potendo mantenere una tattica difensiva, ha adottato lo schieramento simile a quello storico.
L’avanguardia è più articolata (H2, L1), seguita dal grosso con le unità pesanti coperte da quelle leggere (H1, L1) e dalla retroguardia (H1).
Più ragionato è lo schieramento della Lega di Venezia, che raggruppa sull’ala destra le unità di cavalleria più forti e all’ala sinistra i cavalleggeri, con il compito di aggirare il fianco sinistro avversario.
I due eserciti sono molto dissimili, più "moderno" il Francese, con i forti picchieri svizzeri ed un notevole volume di fuoco tra cannoni, archibugi, balestre ed archi, più medioevale quello della Lega di Venezia, penalizzato dalle regole addizionali e avvantaggiato solo dal numero.
L’obbligo di vincere in dieci mosse costringe i Veneto-Ducali ad attaccare a testa bassa, ed anche se i guadi sono presto trovati le unità sono rallentate nell’attraversamento del Taro (-3") e dalle fanterie al seguito, subendo il tiro dell’avversario.
Le unità leggere della Lega sono presto eliminate, poi cadono i primi fanti e cavalieri.
Solo i cavalleggeri dell’ala sinistra passano velocemente il ponte cercando di aggirare l’ala avversaria priva di tiratori, ma i Francesi riescono a pararsi loro davanti costringendoli a ripiegare altrettanto rapidamente e limitarsi al tiro dalla distanza (è stato fondamentale per i Francesi vincere l’iniziativa).
I Veneto-Ducali continuano ad avanzare sotto il tiro avversario, perdendo l’unità di uomini d’arme al centro (1° BP).
La risposta è limitata al tiro delle colubrine, che riescono ad eliminare qualche arciere scozzese della guardia reale.
I cavalieri dell’ala destra passano il Taro, disperdono i balestrieri e gli archibugieri, che gli hanno causato solo lievi perdite, e caricano il quadrato dei picchieri svizzeri, la più forte unità in campo, che infatti resiste all’impeto.
Le fanterie Veneto-Ducali avanzano lentamente e quelle centrali sono eliminate una ad una dall’intenso tiro avversario (2° e 3° BP), debolmente contrastato dalle colubrine.
Dopo ripetuti solleciti, le riserve della Lega iniziano ad avanzare per sostenere i propri alleati (è il IV° turno).
Frattanto prosegue bilanciata la mischia contro gli Svizzeri, che resistono eroicamente al pericoloso avvolgimento dei più numerosi cavalieri Veneto-Ducali sostenuti dall’intervento personale del Gonzaga.
Ed è invece la cavalleria dell’avanguardia francese (compresi gli italiani del Trivulzio) a caricare sul fianco i cavalieri avversari sbaragliandoli (4° e 5° BP).
Sul terreno rimane lo stesso Gonzaga (6° BP) e metà degli Svizzeri.
Risultato finale:
Lega di Venezia sei unità chiave perdute (Gonzaga compreso),
Francesi una (gli Svizzeri).
Si torna a casa (con tutti i bagagli).
Il tutto sopra riportato per gentile e cortese concessione dell'amico Franco Verdoglia, attento e profondo conoscitore del periodo storico in questione.
Per altri Battle report e/o informazioni Vi rimando al suo sito web:
http://www.nonsolostoria.altervista.org/giochi.htmFranco ha inoltre scritto diversi articoli sulla rivista D&P su battaglie del periodo XIII°-XVI° secolo ... chi ne volesse copia può scrivermi in MP.
... quasi dimenticavo; un altro piccolo omaggio di Franco, questa volta fotografico: