Dopo questa lettura chi resiste alla tentazione di un esercito dell'Orda d'Oro??
Urgentš, Astrakan, Delhi, Aleppo, Damasco, Baghdad, Bursa… Sono solo alcune delle città devastate da Tamerlano e dalla sua invincibile Orda d'Oro, in un'avventura guerriera che lo portò dall'India all'Egeo, dall'Iran alle porte di Mosca, dalla Cina alla Siria.
Condottiero della stessa tempra di Alessandro, Cesare, Gengis Khan e Napoleone, Timur lo zoppo (che noi chiamiamo Tamerlano) regnò per trentacinque anni, dal 1370 al 1404, facendo di Samarcanda il centro di un impero sterminato ed effimero. Si impose in un'epoca segnata da profonde trasformazioni, e la sua esistenza e la sua personalità riflettono questo travaglio. Nomade, ruppe con la tradizione tribale e scelse la città. Pagano, optò per una delle grandi religioni universali e si fece seppellire ai piedi di un sant'uomo. Proibì il vino, ma organizzava bevute in cui si ubriacava clamorosamente. Incolto, forse analfabeta, distrusse numerosi monumenti: nel contempo ebbe la passione di costruirne e fu un patrono delle arti. Ordinò i peggiori massacri senza tradire la minima emozione; tuttavia non sopportava che davanti a lui venissero evocate le torture e le atrocità della guerra, Orgoglioso, spietato, incapace di perdonare, amava però i motti di spirito e viene ricordato anche per gesti di eleganza suprema.
Jean-Paul Roux ricostruisce l'abbagliante parabola di Tamerlano, tenendo sempre presente i legami tra Oriente e Occidente, ripercorre la sua travolgente epopea di vittorie e d'orrore per decifrare il mistero di una delle grandi personalità della storia. Nel contempo, una illuminante analisi della civiltà delle steppe ci permette di approfondire la conoscenza dell'Asia centrale e del mondo musulmano in generale.
Urgentš, Astrakan, Delhi, Aleppo, Damasco, Baghdad, Bursa… Sono solo alcune delle città devastate da Tamerlano e dalla sua invincibile Orda d'Oro, in un'avventura guerriera che lo portò dall'India all'Egeo, dall'Iran alle porte di Mosca, dalla Cina alla Siria.
Condottiero della stessa tempra di Alessandro, Cesare, Gengis Khan e Napoleone, Timur lo zoppo (che noi chiamiamo Tamerlano) regnò per trentacinque anni, dal 1370 al 1404, facendo di Samarcanda il centro di un impero sterminato ed effimero. Si impose in un'epoca segnata da profonde trasformazioni, e la sua esistenza e la sua personalità riflettono questo travaglio. Nomade, ruppe con la tradizione tribale e scelse la città. Pagano, optò per una delle grandi religioni universali e si fece seppellire ai piedi di un sant'uomo. Proibì il vino, ma organizzava bevute in cui si ubriacava clamorosamente. Incolto, forse analfabeta, distrusse numerosi monumenti: nel contempo ebbe la passione di costruirne e fu un patrono delle arti. Ordinò i peggiori massacri senza tradire la minima emozione; tuttavia non sopportava che davanti a lui venissero evocate le torture e le atrocità della guerra, Orgoglioso, spietato, incapace di perdonare, amava però i motti di spirito e viene ricordato anche per gesti di eleganza suprema.
Jean-Paul Roux ricostruisce l'abbagliante parabola di Tamerlano, tenendo sempre presente i legami tra Oriente e Occidente, ripercorre la sua travolgente epopea di vittorie e d'orrore per decifrare il mistero di una delle grandi personalità della storia. Nel contempo, una illuminante analisi della civiltà delle steppe ci permette di approfondire la conoscenza dell'Asia centrale e del mondo musulmano in generale.