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All'ovest niente di nuovo

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1All'ovest niente di nuovo Empty All'ovest niente di nuovo Lun Mag 09, 2011 10:29 am

Il Giglio




All'ovest niente di nuovo La-loc10

Spettacolare film anni 30 l'ho visto passare una sera su una tv privata,e non potei finire di vederlo, l'ho rintracciato su internet e comperata una copia su eby,lo consiglio a tutti gli appassionati del periodo, belle scene,effetti speciali notevoli per l'epoca, vincitore di oscar.




All'ovest niente di nuovo

Da Wikipediast

Titolo originale All Quiet on the Western Front
Paese Stati Uniti
Anno 1930
Durata 131 min
Colore B/N
Audio sonoro
Rapporto 1.33:1
Genere guerra
Regia Lewis Milestone
Soggetto Erich Maria Remarque (romanzo Niente di nuovo sul fronte occidentale)
Sceneggiatura Maxwell Anderson, Del Andrews; George Abbott
Casa di produzione Universal Pictures
Fotografia Arthur Edeson, Karl Freund
Montaggio Edgar Adams, Edward L. Cahn, Milton Carruth
Musiche Sam Perry, Heinz Roemheld
Interpreti e personaggi
Richard Alexander: Westhus
Lew Ayres: Paolo Baümer
John Wray: Himmelstoss
Arnold Lucy: prof. Kantorek
Ben Alexander: Franz Kemmerich
Beryl Mercer: signorina Baumer - madre di Baumer
William Bakewell: Alberto Kropp
G. Pat Collins: ten. Bertinck
Owen Davis, jr.: Peter
Russel Gleason: Müller
Harold Goodwin: Detering
Scott Kolk: Leer
Walter Rogers: Behn
Slim Summerville: Tjaden


All'ovest niente di nuovo (All Quiet on the Western Front) è un film del 1930 diretto da Lewis Milestone, vincitore del Premio Oscar come miglior film e miglior regista.

Tratto liberamente dal libro di Erich Maria Remarque Niente di nuovo sul fronte occidentale, è uno dei film di guerra più intelligenti e toccanti mai realizzati. Milestone, col suo deciso stile registico (unito ad un sapiente uso del sonoro), ha firmato una storia di vincitori e vinti intensa e colma di emozioni. È considerato universalmente come un classico dell'antimilitarismo, nonché una spettacolare denuncia delle atrocità della guerra. La lavorazione del film costò la vita ad un uomo, trentacinque set, dieci tonnellate di polvere da sparo, sei tonnellate di dinamite e seimila bombe.[1]

La sua uscita nelle sale cinematografiche tedesche suscitò la sdegnosa reazione dei nazisti, che cercarono di bloccarne la visione, arrivando a lanciare topi in platea durante la "prima" a Berlino.

Trama

Siamo nel 1916. In un piccolo villaggio tedesco, il professore di liceo Kantorek esalta gli ideali bellici e patriottici e convince i propri allievi ad arruolarsi (tranne un giovane chiamato Giuseppe Behn, persuaso poi dai suoi compagni), ma il loro entusiasmo scema immediatamente all'eseguire, durante l'addestramento, gli ordini del sottufficiale Himmelstoss, che con i suoi modi ed il carattere austero educherà i ragazzi alla vera realtà del fronte, ben diversa dalla retorica del professore.
I soldati vengono poi assegnati ad un'unità di veterani, che nei loro confronti si sentono superiori e sono meno accomodanti; questi, senza cibo da due giorni, ridacchiano con un po' di malizia quando i "pulcini" chiedono loro qualcosa da mangiare. Fortunatamente, hanno dalla loro parte un soldato particolarmente abile nel trovare cibarie, chiamato Stanislaw Katczinsky

Le reclute sono infine inviate in un camion a svolgere una missione durante la notte, ma i nemici tendono loro un'imboscata bombardando improvvisamente la zona e suscitando panico tra le file combattenti; Behn, accecato da un colpo d'artiglieria e noncurante del pericolo per il dolore, grida esponendosi ai nemici e così viene colpito.
Tutti, nascosti nelle trincee, guardano impotenti la scena tranne il soldato Franz Kemmerich che, legato dall'amicizia con lui, corre subito a riportarlo fra loro ignorando gli ammonimenti di Katczinsky; quest'ultimo, facendogli notare che il suo compagno è ora un cadavere, rimprovera severamente la stupidità dell'atto d'imprudenza da lui commesso.
Di mattina arriva nuovamente il camion a riportare in salvo l'unità, di cui la maggior parte dei soldati è sopravvissuta. Ritornati ai bunker presso i posti di combattimento, i soldati, martellati dalla fame e dagli interminabili ed assordanti colpi di artiglieria nemica, sebbene provino a svagarsi giocando a carte incominciano ad andare in escandescenze: Kemmerich perde il controllo, ed uscendo dalla sua postazione viene gravemente ferito.
Ad un certo punto i militi raggiungono le trincee in cui fronteggeranno un attacco francese tanto sanguinoso quanto inutile, ed eseguiranno una manovra di contrattacco.
Combattuta questa battaglia, i soldati ritornano per mangiare qualcosa ma il cuoco della compagnia si rifiuta di dar loro cibo finché non arrivi la seconda compagnia al completo. I soldati spiegano al cuoco che dei 150 commilitoni presenti soltanto 80 sopravvissero al tremendo scontro, e questi accetta allora di distribuire tutte le razioni che aveva cucinato.
Dopodiché, gravitando i loro pensieri sul medesimo argomento, iniziano una discussione semi-seria sulle reali cause di una guerra tanto spaventosa; Katczinsky, il più ragionevole e sarcastico, propone ai re, ai diversi ministri ed ai generali di non mandare tutti a combattere un conflitto per il loro esclusivo tornaconto, ma di andare in mutande a bastonarsi l'un l'altro stabilendo il vincitore in base alla forza.
Alla fine, decidono di andare in gruppo a visitare Kemmerich, cui è stata amputata la gamba e che è in gravi condizioni e prossimo a morire: l'amico Müller gli chiede di avere i suoi stivali, che alla fine riuscirà ad ottenere; Baümer fa invece compagnia al morente fino al momento in cui spira, cercando inutilmente di rasserenarlo.
In una sequenza dalla profonda componente simbolica, Müller ed altri soldati perdono la vita in successione, dei quali vengono mostrati i famosi stivali "ereditati" da Kemmerich.
Un giorno i fanti attaccano le linee nemiche in un cimitero e Baümer uccide un soldato nemico. Intrappolato in una trincea, Paolo resta un'intera notte in compagnia del cadavere del giovane francese; in un accorato "dialogo" arriva a chiedergli scusa e gli promette di scrivere alla vedova. Più tardi, però, appena si presenta l'occasione dimentica il francese ed esce fuori dal nascondiglio.
Quando Paolo viene ferito ed ottiene una licenza, ne approfitta per tornare al paese e, chiamato dall'anziano insegnante a testimoniare di fronte agli studenti l'eroismo della retorica ufficiale, svolge una dura requisitoria contro gli orrori della guerra.
Gli studenti, però, non lo capiscono e lo trattano come un traditore. Paolo, disgustato da una società in cui non trova alcuna comprensione, preferisce tornare al fronte dove assiste alla morte di Katczinsky, ucciso da una raffica di mitragliatrice aerea. In un'apparentemente tranquilla giornata di pausa militare del 1918, poco prima dell'armistizio, il giovane alza la testa incuriosito dalla trincea, per osservare e con una mano tentare di catturare una farfalla, ma questo gesto gli costerà la vita, freddato da un cecchino francese.
Il film termina con un sottofondo d' immagine, relativa a un cimitero.


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