Dicembre 1864, da qualche parte nella Virginia settentrionale. L’aria ancora fredda iniziava ad essere tagliata dai primi raggi del sole che pian piano illuminavano quelle colline e quel paese che avrebbero visto nelle prossime ore manovre di due grandi eserciti: da nord arrivava Meade con il I corpo guidato da Reynolds, il III corpo guidato da Sickles e una divisione del II corpo comandata da Hancock sotto il comando di Gibbon. Da sud marciava nel pieno delle forze Lee con due divisioni del I corpo di Longstreet e due divisioni del II corpo di Jackson.
La tattica unionista prevedeva il I corpo stazionario nel paese ad ovest dello scenario, mentre il III corpo sarebbe stato impegnato ad est sulle colline; la divisione supplementare aveva l’ordine di rimanere pronta come riserva. I Confederati invece avanzavano impetuosi da ovest sulla strada con il generale Longstreet e ad est con il generale Jackson.
Entrambi gli eserciti si muovevano lentamente, ma gli obbiettivi erano simili per entrambe le fazioni: il paese, il bosco sulle colline e l’incrocio ad est. Quelli erano i piani dei generali, ora restava solo da preparare le tattiche ed avviarsi verso la meta. L’orologio segnava le 8:00 e il generale Lee aspettava le notizie dei suoi sottoposti che in questo momento erano ancora in marcia; stessa situazione a nord. Alle ore 8:30 il corriere avvisava il generale in capo che l’incrocio ad est era sotto la bandiera di Sant’Andrea e si vedevano lontane le giacche blu che intanto si erano piazzate sulla collina; da ovest ancora nessuna notizia e il generale era impaziente. Poco dopo le 9 arrivò un corriere in fretta e furia per avvisare il comandante che ad ovest Longstreet si era assicurato il bosco sulla collina e procedeva verso il paese. Lee riponeva una certezza incrollabile nei propri generali, ma sapeva che i nemici non si sarebbero fatti attendere. Infatti in lontananza si sentì il primo rombo di cannoni: erano le batterie piazzate subito fuori dal paese ad ovest che miravano sulle divisioni di Longstreet. Quasi in contemporanea giunse il rombo dei cannoni piazzati sulla collina ad est che minacciava le divisioni di Jackson: la battaglia era iniziata.
Gli uomini di Jackson avevano impugnato le baionette e si avvicinavano il più rapidamente possibile al versante est della collina con l’intento di far breccia, ma gli unionisti erano pronti e meglio piazzati: non rimaneva loro che sparare ed attendere il nemico. Su questo versante oramai la battaglia infuriava, il campo contava i primi caduti e la maggior parte di questi vestiva l’uniforme grigia. Rombi di cannoni, raffiche di fucileria, movimenti rapidi, cambi di formazione e ordini tempestivi: questo era l’aspetto del fronte orientale del campo di battaglia, molto cruento e vantaggioso per le giacche blu che stavano sfruttando la morfologia del terreno a proprio vantaggio. Ad ovest la situazione era ancora più dinamica: le due divisioni di Longstreet si erano separate, una diretta verso il bosco e l’altra verso il paese con l’obbiettivo di intimorire il nemico. Ma l’intento era vano: i cannoni nordisti tuonavano senza tregua seminando panico e morte fra le fila nemiche che avanzavano intrepide. Alle 11 il portaordini di Jackson comunicava al generale Lee l’inizio delle mischie sul lato est. Dopo una prima sconfitta il generale Walker era riuscito a sfondare le linee nordiste continuando l’assalto con il furore tipicamente sudista. Quasi nello stesso istante si ebbero notizie dal lato ovest: la brigata confederata di Semmes aveva vinto la prima mischia facendo indietreggiare di poco le impavide unità di Cuttler e non solo, il nemico stava avanzando con alcune delle sue brigate dritto verso il bosco al centro dello schieramento. Era giunto il momento anche per la divisione nordista di Gibbon di prender parte agli scontri e infatti questi si diressero, dopo l’ingresso dalla strada ad est, verso le colline al centro. Lee iniziava a temere per i propri uomini: i federali avanzavano senza perdite e senza timore sia verso il bosco al centro e le truppe poste a difesa del paese non avevano subito perdite rilevanti. Sembrava che la situazione volgesse a svantaggio dei Confederati. Tuttavia una buona notizia rasserenò il generale: ad est le truppe di Jackson erano riuscite a salire sulla collina e stavano iniziando a incrinare le linee avversarie, sebbene queste resistessero ancora. Ad ovest la situazione era più grave: le divisioni di Longstreet si trovavano impegnate contro molti nemici, forse troppi per le loro forze e, forse anche a causa delle varie perdite, l’esito era incerto. Con una travolgente carica la divisione confederata di McLaws si avvicinava pericolosamente al paese, mentre l’altra era bloccata nel bosco e si difendeva dai vari assalti nemici. In mezzo a questo interminabile inferno fatto di caduti, feriti gementi, soldati in rotta e soldati agguerriti proseguiva lo scontro fra i due eserciti. Il fumo, il sole che oramai decretava le 12, le urla e gli spari erano diventati parte dell’atmosfera circostante. L’aria stessa era diventata pesante e anche le truppe iniziavano a dare i primi segni di stanchezza. Poco dopo le 12 che lo scontro si arrestava con la lenta ritirata di entrambi gli schieramenti. Il fumo, la distruzione e l’aria irrespirabile non permettevano ai medici di poter soccorrere tutti e quindi era impossibile una conta dei morti precisa. Da entrambe le parti si cercava di salvare più vite possibili, ma un risultato definitivo non è stato mai accertato.
P.S. foto e dettagli tecnici vi rimando a “Gallery ACW 3”
Per approfondimenti vedi il nostro sito:
Http://dixiesaloon.weebly.com
La tattica unionista prevedeva il I corpo stazionario nel paese ad ovest dello scenario, mentre il III corpo sarebbe stato impegnato ad est sulle colline; la divisione supplementare aveva l’ordine di rimanere pronta come riserva. I Confederati invece avanzavano impetuosi da ovest sulla strada con il generale Longstreet e ad est con il generale Jackson.
Entrambi gli eserciti si muovevano lentamente, ma gli obbiettivi erano simili per entrambe le fazioni: il paese, il bosco sulle colline e l’incrocio ad est. Quelli erano i piani dei generali, ora restava solo da preparare le tattiche ed avviarsi verso la meta. L’orologio segnava le 8:00 e il generale Lee aspettava le notizie dei suoi sottoposti che in questo momento erano ancora in marcia; stessa situazione a nord. Alle ore 8:30 il corriere avvisava il generale in capo che l’incrocio ad est era sotto la bandiera di Sant’Andrea e si vedevano lontane le giacche blu che intanto si erano piazzate sulla collina; da ovest ancora nessuna notizia e il generale era impaziente. Poco dopo le 9 arrivò un corriere in fretta e furia per avvisare il comandante che ad ovest Longstreet si era assicurato il bosco sulla collina e procedeva verso il paese. Lee riponeva una certezza incrollabile nei propri generali, ma sapeva che i nemici non si sarebbero fatti attendere. Infatti in lontananza si sentì il primo rombo di cannoni: erano le batterie piazzate subito fuori dal paese ad ovest che miravano sulle divisioni di Longstreet. Quasi in contemporanea giunse il rombo dei cannoni piazzati sulla collina ad est che minacciava le divisioni di Jackson: la battaglia era iniziata.
Gli uomini di Jackson avevano impugnato le baionette e si avvicinavano il più rapidamente possibile al versante est della collina con l’intento di far breccia, ma gli unionisti erano pronti e meglio piazzati: non rimaneva loro che sparare ed attendere il nemico. Su questo versante oramai la battaglia infuriava, il campo contava i primi caduti e la maggior parte di questi vestiva l’uniforme grigia. Rombi di cannoni, raffiche di fucileria, movimenti rapidi, cambi di formazione e ordini tempestivi: questo era l’aspetto del fronte orientale del campo di battaglia, molto cruento e vantaggioso per le giacche blu che stavano sfruttando la morfologia del terreno a proprio vantaggio. Ad ovest la situazione era ancora più dinamica: le due divisioni di Longstreet si erano separate, una diretta verso il bosco e l’altra verso il paese con l’obbiettivo di intimorire il nemico. Ma l’intento era vano: i cannoni nordisti tuonavano senza tregua seminando panico e morte fra le fila nemiche che avanzavano intrepide. Alle 11 il portaordini di Jackson comunicava al generale Lee l’inizio delle mischie sul lato est. Dopo una prima sconfitta il generale Walker era riuscito a sfondare le linee nordiste continuando l’assalto con il furore tipicamente sudista. Quasi nello stesso istante si ebbero notizie dal lato ovest: la brigata confederata di Semmes aveva vinto la prima mischia facendo indietreggiare di poco le impavide unità di Cuttler e non solo, il nemico stava avanzando con alcune delle sue brigate dritto verso il bosco al centro dello schieramento. Era giunto il momento anche per la divisione nordista di Gibbon di prender parte agli scontri e infatti questi si diressero, dopo l’ingresso dalla strada ad est, verso le colline al centro. Lee iniziava a temere per i propri uomini: i federali avanzavano senza perdite e senza timore sia verso il bosco al centro e le truppe poste a difesa del paese non avevano subito perdite rilevanti. Sembrava che la situazione volgesse a svantaggio dei Confederati. Tuttavia una buona notizia rasserenò il generale: ad est le truppe di Jackson erano riuscite a salire sulla collina e stavano iniziando a incrinare le linee avversarie, sebbene queste resistessero ancora. Ad ovest la situazione era più grave: le divisioni di Longstreet si trovavano impegnate contro molti nemici, forse troppi per le loro forze e, forse anche a causa delle varie perdite, l’esito era incerto. Con una travolgente carica la divisione confederata di McLaws si avvicinava pericolosamente al paese, mentre l’altra era bloccata nel bosco e si difendeva dai vari assalti nemici. In mezzo a questo interminabile inferno fatto di caduti, feriti gementi, soldati in rotta e soldati agguerriti proseguiva lo scontro fra i due eserciti. Il fumo, il sole che oramai decretava le 12, le urla e gli spari erano diventati parte dell’atmosfera circostante. L’aria stessa era diventata pesante e anche le truppe iniziavano a dare i primi segni di stanchezza. Poco dopo le 12 che lo scontro si arrestava con la lenta ritirata di entrambi gli schieramenti. Il fumo, la distruzione e l’aria irrespirabile non permettevano ai medici di poter soccorrere tutti e quindi era impossibile una conta dei morti precisa. Da entrambe le parti si cercava di salvare più vite possibili, ma un risultato definitivo non è stato mai accertato.
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